PIETRO DE VICO

di Massimo COLELLA

   Pietro De Vico nacque a Napoli da Adolfo e Carmela Mollo il 21 febbraio 1911 e morì a Roma il 10 dicembre 1999 (due giorni dopo Pupella Maggio).

   La sua famiglia d’origine costituì indubbiamente la sua prima scuola d’arte: il nonno era un musicista, il padre un amante del teatro e lo zio un professore di musica.

   Salì sul palcoscenico per la prima volta da piccolissimo in ’Na creatura sperduta di Eduardo Scarpetta per sopperire alla mancanza di una bambola che doveva fungere da infante. Ancora bambino (precisamente a soli sei anni), interpretò, nella compagnia di Vincenzino Scarpetta, il ruolo di Peppiniello nella fortunatissima commedia Miseria e nobiltà di Eduardo Scarpetta. Fu un debutto infelice poiché Pietro, nella celebre scena che chiude il primo atto in cui i personaggi mangiano voluttuosamente un enorme piatto di pastasciutta, ingoiò una delle stringhe che venivano utilizzate in luogo degli spaghetti: il padre Adolfo, dunque, preferì rinviare di qualche tempo il suo ingresso definitivo nell’arte.

    Appena ventenne, negli anni Trenta, iniziò a lavorare nella compagnia del padre, per poi fondare – insieme ai due fratelli, Antonio e Mario – il Trio De Vico, una delle riviste più affiatate e richieste dell’avanspettacolo, che rappresentò per lui una vera e propria palestra di recitazione. Fu in questa cornice che De Vico conobbe Anna Campori, cantante d’operetta e attrice romana, anch’ella figlia d’arte, che diventerà sua fedele compagna di scena, oltre che di vita (il matrimonio, da cui nasceranno due figlie, fu celebrato nel marzo del 1937). La Campori inseguì nel campo dell’avanspettacolo, assieme ai De Vico, una peculiare vena esotica: per non fare che un esempio, il manifesto che annunciava la compagnia mostrava i tre fratelli a petto nudo nascosti da un grande ventaglio di piume di struzzo, ma non tutti gli spettatori furono in grado di coglierne l’ironia.

   Attore dotato di notevolissima verve comica e di straordinarie capacità mimiche, De Vico ebbe molto successo nella parte di mamo e balbuziente, muovendosi sulla traccia di Ciccio De Rege, con cui peraltro lavorò alla fine degli anni Trenta e a cui si deve per l’appunto la riscoperta della macchietta del Balbuziente delineata da Trilussa.

   Ma la popolarità maggiore a De Vico derivò da una notissima serie televisiva per ragazzi andata in onda dal 1961 al 1966, Giovanna, la nonna del Corsaro Nero, con Anna Campori e Giulio Marchetti. Interpretava il balbuziente e pauroso nostromo Nicolino, mentre ad Anna Campori era assegnato il ruolo di Giovanna, «la nonna che è più forte di un bicchiere di gin», e a Giulio Marchetti quello del fedele maggiordomo Battista. A proposito di questa serie, scrive significativamente Bruno Gambarotta: «Forse la nostalgia non è più quella di un tempo, ma i ragazzi di cinquant’anni hanno in comune il ricordo di un mitico programma della Tv dei Ragazzi, Giovanna, la nonna del Corsaro Nero… L’autore dei testi di Giovanna, il grande umorista Vittorio Metz, ambientava gli episodi (recitati, cantati e ballati) nelle epoche e nei luoghi più vari: nel regno degli Incas, al tempo di Robin Hood, nel regno di Atlantide, fra i Thugs di salgariana memoria, nella Spagna dei toreri, in Scozia. Ogni volta costumista e scenografo si lanciavano in una maniacale documentazione neanche si fosse trattato di un film storico» (cfr. Barbara Scaramucci – Stefano Nespolesi, Un Doppio Hurrà per Nonna Sprint. «Giovanna la nonna del Corsaro Nero» e la Tv dei ragazzi degli anni ’60, Milano, RAI-Eri, 2015).

   De Vico lavorò con Eduardo De Filippo in Natale in casa Cupiello nel 1959 (versione radiofonica) e nel 1962 (versione televisiva), nella parte di Tommasino detto Nennillo (in sostituzione di Peppino De Filippo); di qui, ebbe l’opportunità di recitare in molte sue commedie, alcune delle quali per la televisione.

   Dal 1971 recitò per molti anni insieme a Luisa Conte, Nino Veglia (suo marito) e Ugo D’Alessio, riscuotendo grande successo: trionfò soprattutto con Annella di Porta Capuana, commedia che segnò la riapertura dello storico Teatro Sannazzaro di Napoli. Accanto a Luisa Conte fu fra i principali interpreti del teatro di Gaetano Di Maio.

   Approdò alla prosa impegnata solo in tarda età, soprattutto grazie al sodalizio con il grande regista salernitano Antonio Calenda, con cui lavorò in Farsa(1981) di Antonio Petito con Pupella Maggio, nel fortunato Cinecittà (1984) di Pier Benedetto Bertoli e dello stesso Calenda, con Anna Campori e Rosalia Maggio, e in un originale e memorabile Aspettando Godot (1987) di Beckett, con Mario Scaccia, Pupella Maggio e Sergio Castellitto (in quest’opera De Vico si ritagliò uno spazio di personalissima follia nel piccolo ruolo del ragazzo). Sempre per la regia di Calenda, nel 1988 fu interprete de L’aria del continente di Nino Martoglio, con Nino Frassica, e di Alta distensione, divertimento con musiche da Achille Campanile, con Anna Campori.

   Nel cinema De Vico è stato un superbo caratterista e una duttile spalla comica dalla innegabile bravura (ad esempio con Totò, spesso nella parte del balbuziente, il suo maggiore leitmotiv artistico) in più di settanta film, tra cui Totò cerca casa (1949) di Steno e Monicelli, Il giudizio universale (1961) di De Sica, Totòtruffa ’62 (1961) di Mastrocinque, Totò diabolicus (1962) di Steno, Che fine ha fatto Totò Baby?(1964) di Alessi, Brancaleone alle crociate (1970) di Monicelli, Sgarro alla camorra (1973) di Fizzarotti, La mazzetta (1978) di Corbucci, La messa è finita (1985) di Moretti, Scandalo segreto (1990) di Vitti e Ladri di futuro(1991) di De Caro.

   In occasione della sua morte apparvero numerosi articoli commemorativi: Masolino d’Amico, Addio a Pietro De Vico nostromo balbuziente. Un altro lutto colpisce il teatro napoletano, se ne va il grande caratterista, in «La Stampa», 11 dicembre 1999; Aggeo Savioli, Addio Nicolino. Muore Pietro De Vico un grande attore tra Napoli e… Beckett, in «l’Unità», 11 dicembre 1999; Maurizio Porro, Addio De Vico, sorriso del varietà, in «Corriere della Sera», 11 dicembre 1999; Alessandra Comazzi, La celebrità con l’inetto Nicolino. “Giovanna, la nonna del Corsaro Nero” lo fece conoscere alle famiglie italiane, in «La Stampa», 11 dicembre 1999; La sua città. «Eduardo, Pupella, lui. Che compagnia lassù» [articolo non firmato], in «l’Unità», 11 dicembre 1999; Si è spento a 88 anni Pietro De Vico, grande attore della scuola napoletana, allievo di Eduardo. Sulla scena tra sogni e risate. Da 62 anni accanto alla moglie Anna Campori [articolo non firmato], in «La Nuova Sardegna», 11 dicembre 1999.