GENNARINO DI NAPOLI

di Anna FIORILE

Figlio d’arte, Gennaro, chiamato affettuosamente Gennarino, nasce nel 1910 dalla nota famiglia di comici napoletani “Di Napoli”. L’eredità teatrale è già nel suo nome, quello del nonno Gennaro, attore e capocomico di grande fama, protagonista della scena napoletana dalla metà dell’Ottocento alla fine degli anni Venti del Novecento, con una recitazione sobria e intimistica che gli aveva permesso di attraversare con grande naturalezza tutti i generi teatrali del tempo: dalla farsa alle istanze innovatrici prebelliche, al ritorno alla commedia dopo il conflitto, quando le esigenze del pubblico erano mutate e si cercava maggiormente svago e intrattenimento. 

È proprio nel periodo della Grande Guerra che il piccolo Gennarino Di Napoli debutta a soli otto anni, nel 1918, come Pulcinellino accanto al grande Salvatore De Muto in Prologo a una rivista da fare di Rocco Galdieri: qui Pulcinella e suo figlio presentano tratti negativi e disincantati mentre i soldati partono per la guerra. Attivo dunque dai primi agli ultimi decenni del Novecento, Gennaro Di Napoli è annoverato nell’introduzione alla Storia del teatro napoletano di Vittorio Viviani tra gli ultimi grandi attori napoletani, accanto a Dolores Palumbo, Maria Vinci, Agostino Salvietti, Ugo D’Alessio, Gennarino Palumbo, Giuseppe Anatrelli…, suoi compagni e colleghi. Prima della Seconda Guerra Mondiale Gennarino Di Napoli è attivo al Teatro Diana, eccellendo in particolare nelle interpretazioni vivianee. La dura realtà sociale del mondo teatrale di Raffaele Viviani emergeva sulle scene in pieno periodo fascista, quando la produzione dialettale in generale non viveva una stagione felice: tuttavia al Teatro Diana prima, con l’impresa di Giovanni Del Gaudio, e al Teatro delle Palme poi, con l’impresa Minieri, Viviani recitava “finanche sotto i bombardamenti”. Gennaro Di Napoli però già durante il conflitto mondiale passa a lavorare al Teatro del Popolo, dove negli anni Cinquanta viene poi avviato il recupero del repertorio napoletano classico, in particolare ad opera di Pasquale Di Costanzo, sovrintendente del Teatro di San Carlo, patron anche delle stagioni di prosa al Teatro Mercadante e al Teatro del Popolo. Qui Gennaro Di Napoli lavora accanto alle attrici Luisella Viviani, Irma De Simone, Luisa Conte, Rosalia Maggio e agli attori Ugo D’Alessio, Eduardo Guerrera, Nello Ascoli, Enzo Turco, Gino Maringola, Gennaro Genovese e gli ormai anziani Salvatore Cafiero e Agostino Salvietti. 

Tra gli anni Cinquanta e Sessanta stretta è la collaborazione artistica con il regista Vittorio Viviani: Gennaro Di Napoli ha dunque modo di lavorare sia con Raffaele sia con Vittorio Viviani. A tal riguardo è doveroso citare l’allestimento del dramma ’O Spusalizio di Raffaele Viviani messo in scena da Vittorio nel 1953 al Teatro Mediterraneo, spettacolo che attirava l’interesse di pubblico e critica, in particolare per il confronto scenico padre-figlio: si poteva temere da parte di Vittorio una ripresa pedissequa dello stile paterno, timore tuttavia prontamente evitato dalle soluzioni adottate, giudicate innovative, fresche e inaspettate, così come gli attori giudicati eccellenti, tra cui il nostro Gennarino Di Napoli. Ancora sotto la direzione di Vittorio Viviani egli recita un testo di Raffaele Viviani,  Don Giacinto, nel 1961 al fianco del noto attore e macchiettista Nino Taranto; è invece di Gennaro Magliulo la regia de La fucilazione di Pulcinella, andato in scena nel 1973 al Teatro Mediterraneo, che vede sul medesimo palcoscenico Taranto e Di Napoli: un grande allestimento, con grandi nomi tra cui ricordiamo Franco Iavarone, Gennarino Palumbo, Isa Danieli e le musiche della Nuova Compagnia di Canto Popolare. Già dieci anni prima, nel 1963, Gennarino Di Napoli aveva lavorato con Magliulo nel noto spettacolo Annella di Portacapuana.

Le Teche Rai forniscono preziose attestazioni della presenza di Gennaro Di Napoli sulla scena degli anni Sessanta e Settanta: egli recita con i de Filippo, Peppino e Luigi ; è diretto da  Antonio Calenda nel 1974 ne I mariti e in Nu surde, dduie surde, tre surde… tutte surde! con Stefano Satta Flores nel ruolo di Pulcinella; in alcuni degli amati sceneggiati Rai dell’epoca.

Testimonianza di forte impatto nell’approccio alla figura di Gennarino Di Napoli è la produzione Rai del 1970, L’uomo dal fiore in bocca di Pirandello, per la regia di Maurizio Scaparro. Dal video, per fortuna ancora pienamente fruibile tramite internet, e recentemente trasmesso dal canale Rai 5, emerge tutta la raffinatezza recitativa di Gennaro Di Napoli, che presta la voce dalla bonaria intonazione e il volto dall’espressione attonita al personaggio dell’Avventore, facendo da contraltare all’altero e sofferente “uomo dal fiore in bocca” interpretato da Vittorio Gassman.

Lunga è stata dunque la carriera di Gennaro Di Napoli, che si è confrontato con grandi registi e attori della sua epoca, attraverso non solo il teatro ma anche con la nascente televisione. Esperienze fortunate, vive per chi ancora affettuosamente lo chiama “Gennarino”, troppo spesso purtroppo perdute alle memorie recenti. 

Fonti:
Vittorio Viviani, Storia del teatro napoletano, Guida editore, 1992
Paolo Ricci, Ritorno a Viviani, Editori Riuniti, 1979
Roberta Ascarelli, Di Napoli, voce in Dizionario Biografico degli Italiani, Enciclopedia Treccani (www.treccani.it)
Rai Teche (www.teche.rai.it)
Si ringrazia l’attore Lello Giulivo per la preziosa testimonianza