di Carmen LUCIA
“Una Cosa sola” è il sedicesimo saggio d’inchiesta sulle mafie scritto a quattro mani da uno dei magistrati più esposti nella lotta contro la ‘ndrangheta, Nicola Gratteri Procuratore della Repubblica a Napoli da e Antonio Nicaso, giornalista calabrese, storico delle organizzazioni criminali, tra i massimi esperti di mafie internazionali e docente di Storia sociale della criminalità presso la Queen’s University di Toronto.
Dopo “Il Grifone” (Mondadori, 2023), che affronta l’analisi delle dinamiche organizzative delle nuove frontiere della mafia tra finanza, web e anonimato informatico, con questa nuova opera, Nicola Gratteri e Antonio Nicaso presentano una sintesi implacabile e lucidissima della metamorfosi delle mafie diventate ormai non più un fenomeno residuale o folklorico, ma un potere pervasivo, silenzioso, globale.
Secondo le analisi dei due autori le mafie hanno mutato proprio il loro sistema semiotico, perché non si registrano più i fenomeni eclatanti degli attentati e degli strumenti degli atti terroristici diretti, ma un più subdolo e ambiguo sistema di segni e dinamiche, in cui si intrecciano trame complesse e spesso invisibili con i mercati finanziari, il mondo imprenditoriale e il dark web. Attraverso l’efficace e simbolica metafora che evoca il sintagma “una Cosa sola” (da “Cosa nostra”) si analizza una frattura storica che viene segnata dalla morte di Matteo Messina Denaro, l’ultimo boss delle stragi. Dopo la “violenta genìa di mafiosi che aveva osato sfidare lo Stato” (Una Cosa sola, pag. 3) dalle analisi di questa inchiesta si delinea il panorama di una criminalità organizzata radicalmente trasformata: niente più kalashnikov o estorsioni plateali, ma holding criminali globali, che si muovono nel cuore dei mercati finanziari, delle grandi opere, delle energie rinnovabili e dell’economia legale, dai paradisi fiscali al dark web.
In questa inchiesta emerge ancora una volta il rigore giudiziario e la visione storica di una lucida analisi, che non fa concessioni alla retorica, o alla spettacolarizzazione. Attraverso testimonianze dirette, inchieste giudiziarie, fonti, documenti di archivio e casi studio, il saggio, che si articola in dieci capitoli, esplora “come e perché le mafie riescano a prosperare nell’ombra e a influenzare le nostre vite in modo spesso invisibile, ma profondamente pervasivo” (Una Cosa sola, pag. 7). Tra le testimonianze e le fonti citate, ricordiamo i dati dei rapporti della Direzione investigativa antimafia; i dati sull’aumento dei reati ambientali commentati da Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente; o ancora la testimonianza del colonnello del Ros Massimiliano D’Angelantonio. Importante è il dato che rileva la necessità di affrontare dal punto di vista legislativo e organizzativo le procedure dei sistemi di controllo, nonché le dinamiche complesse che regolano i cambiamenti e le evoluzioni della comunicazione sul dark web delle mafie. Dal confronto dei dati e dalle indagini su clan di ‘ndrangheta e camorra, Gratteri e Nicaso dimostrano che:
“oggi le mafie sono capaci di rigenerarsi continuamente, perché hanno a loro disposizione tecnologie e tecnici di altissima specializzazione. È pertanto essenziale aggiornare gli strumenti delle agenzie di sicurezza e delle forze di polizia per affrontare le nuove sfide della criminalità organizzata. Questo include migliorare la capacità di intercettare comunicazioni criptate e di esplorare il web, inclusi il dark web e il Metaverso, e altri ambienti digitali meno conosciuti. Poiché le future sfide saranno principalmente nel contesto digitale, è cruciale implementare una normativa sovranazionale che regolamenti fornitori di servizi online e garantisca alle forze di polizia l’accesso prioritario ai servizi criptati utilizzati da molti altri utenti” (Una Cosa sola, pp. 112-113).
Il saggio-inchiesta presenta un’analisi scomoda, tanto sul piano dei contenuti, quanto sulla dimensione delle implicazioni morali: i due autori non risparmiano accuse, né esitano a mostrare la porosità tra legalità e crimine, laddove gli interessi economici e politici si sovrappongono in modo inquietante.
Lo stile è chiaro e leggibile, nonostante il testo presenti un complesso sistema di dati e fonti, intercettazioni, atti giudiziari, analisi geopolitiche: nel contesto il libro si presenta un mosaico preciso, accessibile a un target allargato di lettori anche non esperti da seguire.
In generale il lettore è chiamato a un livello alto di attenzione e competenza e non trova facile catarsi, o rassicurazioni. Non ci sono eroi, né un lieto fine: solo la verità cruda di una realtà che molti preferirebbero ignorare.
A rendere Una Cosa sola davvero complesso è la sua natura: è un libro che richiede consapevolezza e che lascia il lettore più inquieto di prima. Ma è anche, per questo, un libro necessario. Gratteri e Nicaso non ci dicono soltanto cosa sia la ‘ndrangheta oggi. Ci chiedono, silenziosamente, ma in modo pressante, se siamo disposti a riconoscerla quando guarda da dietro una scrivania, indossa un abito su misura, o si presenta alle urne.
Il saggio denuncia chiaramente che le mafie oggi non sono un corpo estraneo alla società: sono tra noi, silenziose, integrate, ma più potenti che mai. È un allarme chiaro e diretto anche quello lanciato in una delle ultime presentazioni del libro dal procuratore Nicola Gratteri, ospite del Festival Trame 2025 a Lamezia Terme: “Oggi le mafie sono vere imprese. Riciclano, gestiscono locali di lusso, si relazionano con colletti bianchi e centri di potere”, ha detto il procuratore. “Il potere delle mafie cresce con la nostra complicità quotidiana”. In questa occasione, durante il dialogo con il giornalista Emilio Fittipaldi, Gratteri ha lanciato una denuncia che tocca ogni cittadino:
“Le mafie continueranno a esistere finché continueremo a fare gesti normali: offrire un caffè al capomafia, fare la spesa in supermercati noti per essere stati costruiti coi soldi della cocaina. Non serve solo arrestare: serve smettere di legittimarli socialmente”.
Il riconoscimento sociale è, secondo Gratteri, il primo carburante del potere mafioso.Il magistrato ha poi messo in guardia sul dark web, “luogo dove le mafie comunicano liberamente e gestiscono i grandi affari, dalla droga ai riciclaggi internazionali. Servirebbe una procura federale europea per affrontare fenomeni ormai transnazionali. Le mafie sono mutate più velocemente della politica”.
Il libro infine si chiude con un interrogativo inquietante:
“Se le mafie non sono più visibili, sarà possibile fermarle prima che sia troppo tardi?”
Per Gratteri e Nicaso, il silenzio sociale è il vero pericolo, la nuova frontiera del consenso mafioso. E la lotta non si vince solo in tribunale, ma nelle piazze, nei luoghi della socializzazione, nei semplici saluti per strada.