di Gabriella NOTO
La rappresentazione di Non ti pago!, in scena al teatro San Ferdinando di Napoli fino al 30 novembre, è, dall’inizio alla fine, un amorevole omaggio alla memoria.
Carolina Rosi, a dieci anni dalla scomparsa di Luca De Filippo, rimette in scena la sua regia, e riunisce la sua compagnia sotto le stesse belle scene, ornate di poetiche nuvole e impreziosite da un meraviglioso boccaporto che richiama il “tabellone” della Tombola napoletana.
La rappresentazione, ricostruita fedelmente sulla base delle note di regia dello stesso Luca De Filippo, si rinnova con sapienza e originalità a partire dalla scelta del protagonista, vera ventata di novità. Salvo Ficarra, nei panni di Ferdinando Quagliulo, si scrolla di dosso qualsiasi tentazione di confronto, restando lievemente infarinato dalla sua “sicilianitudine”, non solo nell’inflessione, ma anche nella rapida concentrazione del gesto, attraverso un’umoralità nervosa e imprevedibile che rende il suo personaggio un insuperabile “scocciante”, magnetico e umanissimo.
Il geniale equivoco escogitato da Eduardo, i numeri del lotto vincenti suggeriti al giovane Bertolini dall’apparizione in sogno del padre di Quagliulo, crea nel protagonista un odio invincibile, e, di più, un’idea fissa e distorta di “giustizia”.
Non ti pago! pronunciato con fredda risolutezza da Ferdinando Quagliulo suona come un anatema, una maledizione distruttiva della pace domestica, che minaccia di disgregare e dissolvere non solo le relazioni familiari, ma qualsiasi rapporto di umana civiltà.
Nel tentativo comico e disperato di porre fine al dissidio, gli altri personaggi sono costretti ad affrontare la logica allucinata del protagonista, il vero centro di attrazione intorno al quale esplode la vicenda narrata.
Aperto e cortese appare il giovane Bertolini, nell’interpretazione davvero moderna e autenticamente garbata di un eccellente Andrea Cioffi. Insolenti, furbi e tremebondi gli accoliti della famiglia, interpretati con ritmo e vero humour da Viola Forestiero e Nicola di Pinto, ancora nei panni di Aglietiello.
Ma è nelle conversazioni intorno al tavolo del soggiorno di casa Quagliulo tra il protagonista, il parroco don Raffaele Console (Marcello Romolo) e l’avvocato Strumillo (Mario Porfito), che il delirio, apparentemente ragionato, raggiunge picchi di comicità geniale. Il dialogo tra i tre, avviluppati dall’esaltazione di Quagliulo, confusi in un pasticcio incomprensibile di vivi, morti, numeri, sogni, vincite e milioni, è un prodigio di talento e di naturalezza che suscita irrefrenabili risa e applausi.
Interessantissima e vibrante l’interpretazioni di Carolina Rosi, aspra nella voce e nel gesto, insofferente e insieme nevrastenica e dolente, silenziata e strapazzata dal marito e da tutti gli uomini che tentano inutilmente di comporre la contesa voraginosa. Sopraffatta e infine libera, in quella battuta terribile: «Sei cattivo! Sei perverso! Sei malvagio!».
Come capita spesso nella poetica di Eduardo De Filippo, anche in questa commedia, le donne di casa hanno il compito ingrato di essere le custodi della verità, dei valori umani e familiari contro cui dovrebbero sbriciolarsi avidità e ostinazioni.
Eppure, non è dato sapere cosa riesca, nel finale, ad ammorbidire l’ostinazione rovinosa del protagonista, se il richiamo esausto della moglie o il disprezzo della bella figlia Stella che, nel tempo dell’azione scenica, la talentuosa attrice Carmen Annibale fa maturare da “signorinella” a donna fatta, furente di indignazione e pena per il suo innamorato.
La regia di Luca De Filippo (curata oggi, come nell’edizione del 2015, da un’attentissima Norma Martelli) esalta la volontà folle del protagonista di fare a pezzi qualsiasi sodalizio umano, lasciandosi trasportare dai nembi tempestosi dell’avidità e di un’invidia senza senso.
Eduardo De Filippo ci ha osservato a lungo con la sua sapienza inarrivabile, lucida, caratterizzata da quel cinismo solo suo. Paolo Ricci scriveva: «La piccola borghesia napoletana, che è il loro iniziale modello, si reca ad ascoltare i De Filippo come colui che si guarda allo specchio in un abito nuovo; si vorrebbe voler bene, vorrebbe vedersi più simpatico ed affascinante, invece il vestito nuovo lo rende goffo, lo ridicolizza crudelmente, rivela le spalle strette e cadenti, la dilatazione dello stomaco e, insomma, lo disillude amaramente sulla propria bellezza».
Si è detto delle scene meravigliose, opera di Gianmaurizio Fercioni, vanno anche segnalati i raffinati costumi di Silvia Polidori, che dipinge tutto il cast in delicati toni di grigi, blu e azzurri, quasi a sottolineare la vicinanza dei personaggi e dei loro variabili umori alle nuvole del fondale, rese ora dorate, ora plumbee di tempesta dalle ingegnose luci di Salvatore Palladino. Nicola Piovani firma musiche inconfondibili, graziosissime e ironiche.
Lunghissimo applauso finale, sipario riaperto più e più volte. La compagnia di Luca De Filippo viene richiamata sul proscenio, ancora e ancora, commossa dall’affetto del pubblico del San Ferdinando che è sempre il pubblico di Eduardo e di Luca De Filippo.
In scena al Teatro San Ferdinando di Napoli dal 20 al 30 novembre 2025
NON TI PAGO!
di Eduardo De Filippo, regia Luca De Filippo
con La Compagnia Di Teatro Di Luca De Filippo
Salvo Ficarra e Carolina Rosi
e con Nicola Di Pinto, Mario Porfito e Marcello Romolo
e in ordine di apparizione) Viola Forestiero, Federica Altamura, Vincenzo Castellone, Andrea Cioffi, Carmen Annibale, Paola Fulciniti,
scene Gianmaurizio Fercioni
costumi Silvia Polidori
musiche Nicola Piovani
luci Salvatore Palladino
aiuto regia Norma Martelli
foto di scena Salvatore Pastore
produzione Gli Ipocriti Melina Balsamo, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale