Teatro e teatralità nell’opera di Casanova

Autore:  Antonia LezzaTitolo:  Teatro e teatralità nell’opera di CasanovaEditore:  Quaderno dell’associazioneCittà:  NapoliAnno:  2000

Il saggio di Antonia Lezza, intitolato Teatro e teatralità nell’opera di Casanova, rappresenta il primo impegno editoriale del “Centro Studi sul Teatro Napoletano Meridionale ed Europeo” e si impone come un momento di riflessione critica su Casanova, un grande personaggio del Settecento, che, come cerca di evidenziare la studiosa, «fu scrittore fertile, intellettuale originale, sensibile osservatore del “mondo” e del “teatro”» (Prefazione, p. 5).

In realtà il contributo critico qui presentato coincide con l’ esito di un percorso di ricerca piuttosto articolato, maturato durante un ciclo di lezioni universitarie e in una serie di incontri su Casanova, di cui il seminario intitolato Le passioni di Casanova (svoltosi a Sorrento, il 10 settembre 1999) ha senz’altro rappresentato uno dei momenti più significativi.

Sicuramente, il merito fondamentale di una ricerca così originale, che peraltro contribuisce a dare un’immagine di Casanova in parte inedita e soprattutto «diversa dai soliti medaglioni» (ibidem), andando oltre il semplice interesse per l’autobiografia e per la scrittura memorialista, è di dimostrare come in realtà la passione dirompente per il teatro abbia pervaso tutta la vita di un intellettuale eccezionalmente poliedrico (così versatile e aperto, per istintiva vocazione, alle sollecitazioni di quest’arte), contribuendo soprattutto a rivalutare i vari aspetti della produzione letteraria di Casanova, caratterizzata da un rapporto forte e costante con il teatro (nello specifico, per la capacità di spaziare tra i vari generi teatrali, dalle traduzioni ai rifacimenti di testi-modello, fino alla produzione di farse e commedie, come per esempio si dimostra con la tragicommedia Le Polémoscope, a cui è dedicata l’ultima parte del saggio).

Su questi aspetti e, in particolare, sul valore dell’esperienza teatrale giustamente l’autrice ribadisce che: «l’avventura casanoviana – va – vista nell’ottica di una dimensione nuova, che pertiene non solo al narratore fine e raffinato, ma anche al portavoce di un secolo galante e fervido di gusti e raffinatezza; la sua stessa scrittura chiara ed avvincente ha in sé tutti i requisiti della scrittura teatrale, per cui il suo testo è stato letto ed analizzato come compendio della vita di un personaggio che è il riflesso di un’epoca e delle sue passioni» (ibidem, pp. 5-6). Obiettivo specifico della ricerca è quindi approfondire aspetti importanti, ma finora trascurati, dell’Autobiografia, (un testo basilare della letteratura europea settecentesca), qui considerato giustamente come una vasta fonte di informazioni, utile per interpretare a fondo non soltanto i tratti fondamentali della proteiforme e quasi istrionica personalità di Casanova (per capire la sua formazione, la sua cultura, ecc.), ma soprattutto per attingere riferimenti preziosi relativi alle traduzioni, ai rifacimenti di opere, scritte anche in collaborazione con altri autori, nonché per ricostruire i suoi rapporti con il teatro, gli autori, i luoghi e la vita teatrale del Settecento.

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