Aldo Masullo (1923-2020), rimane una figura fondamentale della vita culturale napoletana. Professore ordinario presso l’ateneo napoletano dal 1967, Masullo ha insegnato Filosofia morale e Filosofia teoretica, affiancando all’attività didattica incontri pubblici e impegno politico. A questo grande maestro della filosofia morale Nino Daniele, intellettuale e politico napoletano, amico di Masullo e compagno di comuni battaglie della “società civile” per il rinnovamento morale della città di Napoli, dedica un libro per ricordarlo dal titolo di squisita ascendenza illuminista napoletana, Aldo Masullo, La filosofia in soccorso dei cittadini. Infatti, come ci informa lo stesso Daniele (p. 70), il titolo richiama quello di un fondamentale saggio dello storico napoletano Giuseppe Galasso, La filosofia in soccorso de’ governi: la cultura napoletana del Settecento (Napoli, Guida,1989). L’illuminismo napoletano, in quanto non assimilato dall’esterno ma prodotto nella Partenope settecentesca con la sua tensione morale e l’amore intelligente per la città, rappresenta una delle ascendenze intellettuali primarie che sullo sfondo accompagnano questo ricordo di Aldo Masullo. Come per i grandi filosofi classici, da Socrate e Aristotele a Kant, la “camminata” nello spazio, «aspetto indicativo del modo di essere» della Polis è un segno tangibile, fisico della presenza dell’interesse di un pensiero che si sviluppa e vive nella quotidianità dei cittadini. «Masullo – ci ricorda Daniele – camminava per Napoli; cittadino tra cittadini presi dalle loro incombenze quotidiane e pur disposti al saluto e allo scambio di osservazioni e commenti. Dal Vomero “giù Napoli”. Richiama quella abituale discesa…di Socrate al Pireo nel Simposio platonico…Con tutti ed al presente Masullo era il “corpo patico” di Napoli. Pendant contemporaneo al corpo mitico» (pp. 67-68). Nel suo libro Daniele vuole continuare una conversazione e un esercizio di ammirazione come direbbe Cioran, nei confronti di Masullo come testimonianza non solo di una solida amicizia ma anche per delineare il rapporto che il grande filosofo aveva con Napoli nella quale ha esercitato tutto il suo magistero e di cui ha conosciuto i risvolti politici specialmente nel difficile passaggio, dopo la caduta del muro di Berlino, verso una sofferta e incompiuta riorganizzazione della Sinistra e di un nuovo impegno per dare o per ridare a Napoli il posto che le spetta tra le grandi capitali della cultura europea e mondiale al fine di migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini. Va ricordato che Aldo Masullo fu eletto come indipendente nelle liste prima del Partito Comunista Italiano e successivamente dei Democratici di Sinistra, deputato dal 1972 al 1976 e senatore della Repubblica Italiana dal 1976 al 1979 e dal 1994 al 2001 e attuò il suo impegno civile a Napoli soprattutto agli inizi degli anni Novanta. Nella sua esperienza civica fu anche sindaco incaricato di Napoli, attento a trarre indicazioni e proposte dalla società “viva e attiva” più che dai “suggerimenti” delle segreterie dei partiti, nell’ottica di quella alleanza che a Napoli è sempre mancata fra borghesia operosa e non compromessa con gestioni opache di tipo clientelare del potere e classi umili. Masullo vedeva la caratteristica dominante al Sud e specialmente a Napoli nella dimensione comunitaria. Aveva colto la difficoltà delle città di passare da comunità spontanea, animata da un eccesso di disordinato vitalismo contingente a una società ordinata. Questa esperienza di tentativo di governo illuminato neoilluminista, purtroppo impossibile nella situazione dei partiti e della società in città e nell’Italia di quel periodo, Masullo la racconta e la analizza con dovizia di particolari politici, rigore storico-sociale e amarezza filosofica, in una lunga intervista a Claudio Scamardella nel libro Napoli siccome immobile (Napoli, Guida 2008). Nino Daniele, nel suo libro, ci informa che la ricorrenza degli ultimi compleanni di Aldo Masullo sono stati momenti fondamentali per ricordare e sottolineare l’importanza ineludibile del «ricorso alla filosofia come arma della critica per ricostruire nuovi legami di dignità, solidarietà, bellezza. Una lotta piena di passioni di orgoglio civico e civile» (pp. 14-15), come testimoniano gli interventi raccolti nel volume secondo la loro stesura originaria destinati soprattutto alla città. Si va infatti da Aldo Masullo filosofo dell’alba, discorso introduttivo per la cerimonia di conferimento a Masullo della cittadinanza onoraria di Napoli in occasione del suo 95º compleanno nella Sala dei Baroni, il 18 giugno del 2018, a Masullo: lottare per la vita e poi Grazie indimenticabile maestro e Per piazza Masullo per intitolare una piazza Aldo Masullo e poi il discorso A un anno dalla morte e al successivo più filosoficamente e civilmente auspicabile Rovesciare il mondo rovesciato e all’explicit Ricordare Aldo Masullo. Daniele vede pertinentemente Masullo come uno dei simboli di Napoli, nel solco dell’antico spirito della filosofia napoletana da Bruno a Vico, con il suo solido e stringente pensiero, la sua travolgente dialettica oratoria e un grande amore. L’amore non è altro per Masullo che la ricerca del senso della vita e per questo ognuno può essere filosofo, perché la filosofia, come ci aveva già ricordato Dante, è una forma sublime di amore. Daniele sottolinea la modernità del grande filosofo avellinese, sempre nel segno della classicità ritrovata e di una napoletanità cosciente, proprio nel conversare di filosofia come interazione concepita come « intersoggetività » con gli altri per sentire la vita secondo la categoria della « paticità ». Il pathos non significa, come comunemente era stato inteso dopo le deformazioni romantiche, solo soffrire. Pathos è anche provare. Provare la vita. Opportunamente Daniele segnala quanto la concezione filosofica masulliana di paticità sia necessaria in un’epoca di “barbarie” tecnologica «che riguarda il linguaggio, la comunicazione, la politica. Oggi solo al settore tecnologico-scientifico, e al suo linguaggio, si riconosce la capacità di rappresentare la realtà e di produrre forme di evoluzione sociale che si vuole vadano; in una direzione unica» (p. 13). Queste affermazioni ci fanno riflettere sul valore epistemologico della tecnologia e del Web che dovrebbero essere vissuti come il risultato di una filosofia della conoscenza e delle ricerca sperimentale e non come magica rivelazione in un supermercato elettronico del paese dei balocchi che in negativo porta a pericolosi atteggiamenti antiscientifici di rigetto come la teoria dei No-Vax suffragata dalla credenza « idola-trata » nelle Fake News. Quindi l’idea di intersoggettività ritrovata nel rapporto con gli altri e col mondo si attualizza in quel senso plausibile delle cose che la pura teoria non può dare se non si è disposti al “sacrificio dell’intelletto” come scrive Masullo stesso, partendo dalla sua brillante analisi, gnoseologica e politica, dell’«estetica trascendentale» kantiana, «al sensibile, al mondo spazio-temporale, è finalmente riconosciuta (da Kant, n.d.r.) un’immanente universalità. Si tratta però di un’universalità solo formale, perché la materia dell’intuizione sensibile resta irrimediabilmente particolare, momento insuperabile di separazione tra individuo e individuo» (Metafisica, Milano, Mondadori, 1980, pp. 207-208). Quindi in pratica, se caliamo nel campo socio-politico questa opposizione tra “universalità formale accomunante e particolarismo materiale separante”, le leggi che garantiscono universalmente la libertà di ognuno di noi, prosegue Masullo cha attualizza Kant, proprio in nome di questa libertà di ciascuno hanno come effetto anche una disuguaglianza materiale (ibidem, p.210). A questa concezione fondamentale della “differenza” «sempre riducibile all’identità, nella soggettività del vissuto» (p. 82) nella filosofia teoretica masulliana, Daniele, nel capitolo Rovesciare il mondo rovesciato, collega i concetti chiave della lettura di Masullo del De l’infinito, universo e mondi di Giordano Bruno per evidenziare la modernità dell’Infinito bruniano in movimento e quindi inserito nel tempo. Un universo fatto di differenze di «molteplici fasi successive di un processo fisico o storico» (p. 89). Bruno per Masullo, continua Daniele, unisce l’idea cosmologica e il principio etico, che fondano la modernità politica, la forma democratica dell’ordine civile. Per lui ogni individuo, in quanto centro irriducibile tra infiniti centri irriducibili, con cui è sempre aperto a comunicare, è anche portatore di responsabilità piena. Masullo vede l’ordine umano teorizzato dall’universo bruniano fatto di tanti mondi, anarchico come evidenzia il titolo della sua raccolta di saggi Giordano Bruno maestro di anarchia, (Caserta, Saletta dell’Uva, 2016) del filosofo nolano che è bene ricordare per la modernità delle sue idee fu arso vivo a piazza Campo de’ Fiori a Roma, dalla Santa Inquisizione della Chiesa cattolica il 17 febbraio 1600, durante il pontificato di Clemente VIII.
La nostra vita appartiene a una realtà sempre in movimento afferma Masullo sulla scia di Bruno. Non possiamo esiliarci da essa. Ma dobbiamo comprendere come starci. Siamo semplici particelle di energia che esprimono un’energia vitale. Di qui il ricorso a quel maestro di anarchia che è stato Giordano Bruno, per il quale l’unica conversione possibile era alla giustizia. Per Masullo, ci ricorda ancora Daniele, anarchia sta per il contrario di gerarchia ed è da interpretare nel senso di democrazia. È la trasposizione nella sfera politica dell’idea cosmologica bruniana, secondo Masullo, della pari dignità di tutti i centri, che collega i diritti con la responsabilità. Questo nesso emancipazione-responsabilità sarà fatto proprio da Kant, nel potenziare l’uomo dell’Illuminismo, che osa sapere e far uso della propria ragione per migliorare la propria condizione. Torniamo quindi all’idea neoilluministica che motiva e anima questo libro di Nino Daniele su Aldo Masullo, da leggere e meditare specialmente in questi tempi difficili per l’Occidente attaccato, proprio su quei valori etici e politici dell’Illuminismo che ne hanno fondato l’esistenza, da dittature totalitarie che vogliono riportare la barbarie della legge del più forte, della paura sulla forza della ragione che si fa dialogo in quell’anarchia democratica che non riconosce gerarchie assolute ma un continuo movimento di corpi, di esistenze e di idee nello spazio aperto e infinito dell’Universo che vede come uniche frontiere quelle del rispetto della libertà e della dignità degli individui.
Gius Gargiulo