Annalisa Aruta Stampacchia | “L’eroe di Capri o Il governatore di Capri e il marchese della Lobra”

Il punto di vista dei Soci.
Diamo spazio alla voce dei Soci dell’Associazione.

Gius Gargiulo, L’eroe di Capri o Il governatore di Capri e il marchese della Lobra (Le héros de Capri ou Le gouverneur de Capri et le marquis de la Lobra), Pièce bilingue, Italien Français, Paris, Houdiard, 2021.

Hudson Lowe, ‘eroe’ a Capri e carceriere a Sant’Elena: osservazioni in margine a L’eroe di Capri o Il governatore di Capri e il marchese della Lobra di Gius Gargiulo
di Annalisa Aruta Stampacchia

Gius Gargiulo, scrittore raffinato e versatile, docente universitario, specialista di Giacomo Casanova e della letteratura del XVIII secolo, cineasta e commediografo ha appena pubblicato in questa veste L’eroe di Capri o Il governatore di Capri e il marchese della Lobra (Le héros de Capri ou Le gouverneur de Capri et le marquis de la Lobra), atto unico bilingue già in scena al Festival Teatrale di Torre Turbolo suoni e scene, di Massa Lubrense, il 12 agosto 2017. L’eroe di Capri è Hudson Lowe indicato cosi con disprezzo da Napoleone di cui fu il custode, ma in effetti il carceriere a Sant’Elena. Il nome gli viene dato per la sua resistenza alle truppe franco-napoletane di Murat nella battaglia navale di Capri, l’unica vinta dai napoleonici sugli inglesi. Nell’anno in cui cade il bicentenario della morte di Napoleone colpisce, a prima vista, questa ‘pièce’ dedicata a Lowe, personaggio scomodo e poco accattivante per la sua veste di sorvegliante di Napoleone, da lui chiamato «il generale».

Questo anniversario è occasione per celebrazioni contestate o commemorazioni senz’anima. Gabriel Attal sottolinea l’importanza di guardare Napoleone «con gli occhi ben aperti» tenendo conto dei momenti difficili da lui attraversati nella sua traiettoria storica o di scelte che oggi non suscitano più certamente la nostra ammirazione. Completamente diverso è il punto di vista di Gius Gargiulo che fa di Hudson Lowe il protagonista di questo lavoro teatrale. Napoleone non è posto però sullo sfondo, ma è piuttosto l’alter ego di Lowe che senza di lui sarebbe rimasto un bravo militare tra tanti senza entrare nella storia. Napoleone per Gargiulo è il primo della generazione di nuovi grandi uomini capaci di unire la tradizione e l’innovazione illuministica delle Encyclopédies, dove la gloria è legata al lavoro e il lusso all’utilità. Egli, infatti vuole entrare nel Panthéon dell’umanità e proprio per questo si è sempre preoccupato della sua immagine di eroe e continua a preoccuparsene a Sant’Elena. Anche nel suo testamento di cui ci dà un minuzioso resoconto Max Gallo in Napoleone I cieli dell’Impero, l’imperatore è così accurato nel dare le direttive per tutelare la propria immagine da concludere, rivolgendosi al fido Montholon: «Ebbene, figlio mio, non sarebbe un peccato non morire dopo aver regolato così bene i propri affari?».

La psicologia dei personaggi è il punto focale di questo testo teatrale, soprattutto le scelte imprevedibili di Lowe e Roberto. Interessanti anche i personaggi, apparentemente di contorno, come Luciana la Tchiatchiona che esprime la tensione di Lowe e di Roberto verso uno stile di vita improntato al piacere, incarnato da questa bella donna che dopo un ricco matrimonio coltiva il suo ‘penchant’libertino diventando, in Svizzera, editrice di libri porno-erotici e sentimentali scritti da donne, pubblicati in tre lingue e corredati da accuratissime illustrazioni. Altri personaggi intriganti della commedia sono il Sordo di Praiano e ‘O Paccheriato, vecchi pirati della costiera sorrentina che sembrano strizzare l’occhio ai camorristi di oggi. Si affrontano per il misterioso tesoro di cui, alla fine, si impadronisce ‘O Paccheriato’ dopo avere ucciso Cipriani che lo aveva in custodia.

Lowe e Roberto, l’uno ‘eroe’ di Capri un tempo ed ora legato ad una nuova isola, Sant’Elena, come custode o carceriere di Napoleone, l’altro in bilico nella sua ambiguità di agente segreto tra le due isole, devono entrambi uscire dai confini ristretti di questi territori.

I personaggi della commedia sono oltre a Lowe, il marchese Roberto della Lobra e il maggiordomo di Napoleone Costanzo Belmare, ma altri tre personaggi sono ugualmente vivi sulla scena, anche se in «absentia»: Napoleone che è il vero perno dell’azione scenica, Jean-Baptiste Cipriani Franceschi suo cugino e maggiordomo, morto in circostanze misteriose, e Luciana, donna libera, fascinosa conosciuta da Roberto e da Lowe, soprannominata la «Ciaciona».

L’autore nella Prefazione ci illumina sulla sua idea di teatro che «viene messa in pratica sulla base di fatti storici ben documentati e poi elaborati dalla [su]a immaginazione rigorosamente radicata nelle pieghe della storia, secondo delle possibilità narrative fittizie che la biografia e la psicologia dei personaggi sembrano suggerire. In questo modo, p[uò] presentare un’ulteriore riflessione problematica su fatti noti e altri quasi sconosciuti»

La vicenda narrata da Gargiulo ne Leroe di Capri inizia nell’agosto 1818 quando il marchese napoletano Roberto della Lobra sbarca a Sant’Elena per consegnare al governatore militare dell’isola atlantica, sir Hudson Lowe, una decorazione da parte del Re delle due Sicilie Ferdinando di Borbone, per la battaglia di Capri avvenuta dieci anni prima contro le truppe franco-napoletane. Roberto della Lobra, giacobino poi bonapartista nei servizi segreti di Murat, passato in quelli di Ferdinando I, fa parte in realtà dei sevizi segreti di Napoleone. In effetti Lowe e della Lobra si erano conosciuti precedentemente, nel 1891, diventando anche amici nel periodo in cui l’inglese si era recato come turista a Napoli e a Massa Lubrense per imparare l’italiano. Risale a quel periodo la conoscenza della bella Luciana contessa di Acquara, tutta morbide curve e fossette, perciò chiamata da Roberto e Lowe la «Ciaciona» e ricordata come l’unica parentesi lieta della vita del governatore britannico, segnata piuttosto da vent’anni di guerra napoleoniche.

Dalla prima stagione a Napoli in cui Lowe e Roberto erano amici i giochi sono cambiati e la vicenda messa in scena rivela il mutamento di intenti e l’ottica nuova dei due protagonisti diventati nemici. Lowe sospetta che Roberto voglia organizzare la fuga di Napoleone da Sant’Elena dove Roberto è sbarcato perché in effetti ha in mente un piano per recuperare un tesoro nascosto da Napoleone, collegato alla scomparsa misteriosa di Cipriani, il suo maggiordomo che si diceva fosse stato avvelenato. L’azione scenica è movimentata dal racconto di Lowe che immagina e svela l’elaborato piano di fuga di Roberto per fare fuggire dall’«orrido scoglio» il generale prigioniero. Secondo Lowe Roberto più che portargli l’onorificenza del Borbone è arrivato per donare a Napoleone per il suo compleanno una scacchiera con allegato lo schema di una partita che però non sarebbe altro che il piano per farlo fuggire. Qui interviene la fervida fantasia di Gargiulo che inventa una specie di gustoso balletto che segue le mosse di una partita di scacchi dove dei cinesi finti spazzini, scortati da procaci prostitute, con ingegnosi scambi di persona nasconderebbero il prigioniero fino a farlo imbarcare su un veliero statunitense, il Liberty, in partenza per l’America, ultima spiaggia della fuga e della vita del condottiero dove lo attende il fratello Giuseppe. Non se ne farà nulla. Così come anche del ritrovamento dell’agognato tesoro spartito e conteso tra Cipriani e un misterioso pirata, camorrista dell’epoca, ‘O paccheriato’ che ha ucciso il maggiordomo Cipriani per impadronirsi del tesoro. I personaggi finiranno per accordarsi tacitamente di lasciare le cose come stanno sull’adagio di un detto sorrentino «comme ve mettite vuje ce mettimme nuje». Finiscono le avventure di Lowe e Roberto? Certamente no, perché Sant’Elena è l’inizio di una nuova avventura ci dice l’autore: Lowe per esistere deve perseverare al meglio nel suo destino di carceriere di Napoleone e Roberto in quello di spia del regime che più gli conviene. Il sipario cala sullo champagne servito per sancire tra i due il nuovo patto del «comme ve mettite vuje ce mettimme nuje».

Sant’Elena, isola remota nel Sud dell’Atlantico, l’«orrido scoglio» secondo la definizione di Napoleone rimane anche oggi, nonostante abbia un aeroporto, uno dei luoghi meno raggiungibili al mondo dove quasi tutto viene importato, tranne il caffè che, dicono, piaceva anche a Napoleone. Gli abitanti attuali spesso emigrano per cercare lavoro, ad Ascensione o alle Malvinas, ma dopo aver racimolato quanto basta per costruirsi una casa, tornano nel loro guscio con la speranza di incrementare il turismo legato soprattutto al mito di Napoleone.

Chi arriva ora a Sant’Elena può fare conoscenza con un altro interessante ‘personaggio’, Jonathan, che è un esemplare di aldabrachelys, una tartaruga gigante delle Seychelles considerato il più antico essere vivente al mondo. Ha 189 anni e per poco non si è incontrata con Napoleone e tutta la brigata che anima L’eroe di Capri!

A proposito del bilinguismo del testo, che ne rappresenta un aspetto molto interessante, citando quanto scrive Gargiulo a proposito della versione francese inserita a fronte dell’originale italiano per dare ai lettori di entrambe le nazioni «la possibilità di accedere a pagine poco conosciute della storia comune, spesso rappresentate in maniera partigiana, e di evidenziare aspetti di una storia di amicizia e di guerra. […] In pratica la vicenda teatrale narrata fa parte della storia europea». Il testo originale in italiano è stato affidato dall’autore alla traduzione di Cecile Goutard affiancandola, solo per arricchire la versione a stampa, di alcune battute o qualche chiarimento storico per facilitare la comprensione dei fatti per il lettore. La scelta di Gargiulo ci rimanda al problema lungamente discusso della ‘fedeltà’ della traduzione. In questo caso l’autore ha preferito l’ ‘altro sguardo’ perché, come ci chiarisce egli stesso, temeva che traducendo il testo avrebbe potuto essere tentato di riscriverlo o reinventarlo in francese. In sintesi ha temuto che la creatività potesse interferire con la ‘fedeltà’ [gli premeva che la “fedeltà” non interferisse con la creatività.]

Questo bell’ atto unico di Gius Gargiulo, cosi riccamente strutturato, si è già avvalso, come abbiamo detto, di una lettura teatrale a Torre Turbolo. Gennaro Monti ha dato voce a Hudson Lowe isolato nella sua determinazione tra l’isola di Capri e Sant’Elena, Lello Giulivo ha ben incarnato la ‘verve’ mediterranea e l’idealismo del marchese Roberto della Lobra e Gius Gargiulo stesso è stato Costanzo Belmare, l’antico pirata e scaltra spia, diventato poi maggiordomo di Napoleone.

Tra ricostruzione storica rigorosa e creatività scenica, la lettura teatrale o «dans un fauteil» de L’eroe di Capri o Il governatore di Capri e il marchese della Lobra arriva a creare un’atmosfera di spaesamento grazie a un testo plurale, giocato anchesull’evocazione di brani musicali lontani per stili e ispirazione, ma ugualmente suggestivi per le atmosfere che creano come l’allegro andante della Sinfonia concertante di Haydn e il motivo smaliziato di Champagne, la canzone di Peppino di Capri che chiude la pièce.