Il 13 e 20 gennaio; 19 e 24 febbraio 2015, presso la sede dell’Associazione (via Matteo Schilizzi, 16 – Napoli), il drammaturgo Enzo Moscato ha tenuto un ciclo di quattro seminari, dal titolo Dall’epica della narrazione (Napoli ’43) alla narrazione dell’epica (Tempo che fu di Scioscia).
Secondo appuntamento seminariale per il ciclo “Teatro e Storia”, iniziato nell’anno 2014 con il seminario La Storia come Soggetto e Oggetto della rappresentazione teatrale.
Nel primo, si era analizzato l’apporto, significante e semantico, dell’inserimento dell’ispirazione storica all’interno di un tessuto di scrittura specifico: il copione di teatro, ovvero si era indagato su cosa succede – o cosa può succedere – all’insieme della composizione scritto-scenica quando, a monte di essa, si voglia esprimere – trasfigurandolo – un particolare evento storico. In questo senso, l’anno scorso, era stata paradigmatica l’analisi del copione Napoli ’43, scritto e messo in scena da Moscato in occasione del 70° anniversario delle Quattro Giornate di Napoli, come pure altri lavori teatrali, dello stesso autore, che avevano come fonte ispirativa, la storia (Luparella, Signurì Signurì, Sull’ordine e il disordine dell’ex macello pubblico).
Quest’anno, invece, per il secondo appuntamento del ciclo, si tenderà di verificare il ‘rovescio’ del gioco di cui sopra, cercando di passare, per esempio, dall’analisi dell’epica del racconto, espressa dal copione Napoli ’43, a quella delle sue mutazioni in prosa, in pura narrazione, così com’è data dal volume di racconti Tempo che fu di Scioscia, testo in cui Moscato ha raccolto i dati d’esperienza della messa in scena di Napoli ’43 in undici piccole narrazioni, che sono – allo stesso tempo – anche undici singolari punti di vista con cui riflettere – non più in teatro, bensì cogli strumenti della letteratura – il medesimo e complesso nodo storico-ispirativo, costituito dalle Quattro Giornate Napoletane di sette decenni fa.