Presentazione del volume “Il calcio ultimo spettacolo tragico”

Napoli

Lunedì 14 luglio 2014, sulla suggestiva e accogliente terrazza della sede dell’Associazione “Centro Studi sul Teatro Napoletano, Meridionale ed Europeo”, si è svolta la presentazione dell’edizione italiana del volume di Gius Gargiulo, dal titolo Il calcio ultimo spettacolo tragico(Paris, Houdiard éditeur, 2014), che ha già ottenuto un grandissimo successo con l’edizione originale francese: Footsophie. Le foot come identité et fictionnement médiatique en Italie et ailleurs.
L’incontro si è collocato, per una felice coincidenza, all’indomani della finale della Coppa del Mondo Brasile 2014, che ha visto laurearsi campione del mondo la squadra della Germania, che sembra aver messo in pratica quello che lo stesso Gargiulo – ispirandosi a Dimitrijević – nel suo libro definisce “il gioco alla tedesca”: disciplina, rigore, calcolo, volontà e preparazione tecnica.
L’incontro è stato introdotto e coordinato da Antonia Lezza (presidente dell’Associazione e docente di Letteratura Teatrale Italiana presso l’Università degli Studi di Salerno), che ha evidenziato l’importanza e l’originalità del volume di Gargiulo, sottolineando come per l’indagine condotta sul gioco del calcio Gargiulo abbia utilizzato diversi modelli di analisi quali la Semiotica, la Linguistica, il Marketing, etc. e come l’ampia bibliografia del volume sia una conferma di questo singolare approccio pluri/inter-disciplinare. In particolare Lezza si è soffermata sulla preziosa Appendice che correda il volume: il Dizionario dei termini calcistici in francese inglese spagnolo tedesco italiano e portoghese, in cui sono stati rubricati circa 200 termini tecnici del calcio nelle lingue delle nazioni che hanno vinto i campionati mondiali dal 1930 al 2010, con l’intento «di informare e far riflettere sulla cultura calcistica di queste nazioni attraverso la dimensione terminologica».
Hanno discusso con l’autore del libro: Nunzia Acanfora (dottore di ricerca in Italianistica e studiosa di letteratura sportiva), Alfonso Amendola (docente di Sociologia degli Audiovisivi sperimentali presso l’Università degli Studi di Salerno) e Lello Giulivo (attore e cantante).
Nunzia Acanfora ha fatto una premessa sull’editoria sportiva in Italia, riflettendo come abbiano subito il fascino del calcio non solo le case editrici specializzate, qual è Limina edizioni, ma anche le grandi case editrici nazionali (Rizzoli, Sellerio, Einaudi) e le piccole realtà editoriali come la napoletana CentoAutori. Acanfora ha, inoltre, precisato che nell’ambito dell’editoria sportiva si registrano contributi di natura assai varia dai testi letterari (romanzo, racconto, teatro) alla saggistica delle scienze storiche e sociali fino alle pubblicazioni umoristiche e i cosiddetti “istant-book”. Ha, poi, affermato che il libro di Gargiulo non è assolutamente un “istant-book”, nonostante l’uscita in occasione dei Mondiali del 2014, perché è un’operazione di alto livello! Ha evidenziato la tesi di fondo del libro che è l’analisi del calcio come narrazione multimediale attraverso le telecronache dei giornalisti; ricordando anche il neologismo coniato da Gargiulo per l’edizione francese: il fictionnement dall’inglese fiction (finzione) a sua volta dal latino fingere, «nel senso di “dare una forma” o “creare” una narrazione di fatti immaginari diversi da quelli reali attraversati da una componente emotiva nella creazione artistica». È questo il caso del telecronista che spiega e analizza la partita in corso raccontandola attraverso la mediazione della televisione.    
Lello Giulivo, poi, si è soffermato sulla ritualità che caratterizza la vita del tifoso proprio attraverso la fruizione dei media. Giulivo, inoltre, ha ricordato la sua partecipazione allo spettacolo Ti racconto il 10 maggio di Maurizio De Giovanni, in scena al Teatro Bellini di Napoli nel 2011, che rievoca un giorno memorabile per la squadra del Napoli: la conquista del primo scudetto il 10 maggio del 1987. L’intervento di Giulivo ha avuto un valore particolare perché testimonianza, allo stesso tempo, di un attore che ha interpretato un testo teatrale sul calcio e di tifoso del Napoli che si è più volte identificato nella lettura sociologica del calcio offerta dal libro di Gius Gargiulo.
Nella seconda parte dell’incontro Alfonso Amendola ha conversato con l’autore, ripercorrendo gli aspetti salienti del libro a partire dalle tre partite-chiave considerate epocali per le condizioni e il tempo in cui si svolsero: la prima giocata ad Auschwitz tra prigionieri ebrei e nazisti nel 1944; la seconda tra la Germania e l’Ungheria nella finale del Mondiale del 1954; la terza tra l’Italia e la Germania nel 1970 sul piano della ritrovata identità nazionale, proprio attraverso il pallone.
Attraverso la puntuale conversazione di Amendola con Gargiulo sono emersi gli aspetti più significativi del volume: dalla convinzione che il calcio è una sorta di footsophie – ovvero una filosofia popolare per raccontare e capire la società attuale – alle analogie calcio/epica e calcio/teatro; dalle metafore calcistiche di Gianni Brera alla rievocazione commemo-narrativa di Alessandro Baricco della partita Italia-Germania del 1970 (La partita lunga trent’anni).
Nel dialogo con Gargiulo Amendola ha anche analizzato la tattica del “catenaccio” e, a tal proposito, ha ricordato il giudizio espresso da Pasolini su questa tattica difensiva «come una forma di linguaggio riduttiva e costrittiva, perché col suo rigore non arriva a liberare la creatività individuale e “poetica” dei giocatori».
Numerosi gli interventi e gli spunti di riflessione da parte di un pubblico numeroso, attento e fortemente coinvolto. E in chiusura… wine and cheese!