SABATO TEATRALE A “BORGO DEI DRAGONI”- di Paola Guida

Borgo dei Dragoni, Teano

P r o g r a m m a

ore 10.00
Arrivo a Borgo dei Dragoni: caffè di benvenuto

ore 10.30
Scaffale dei libri
Presentazione di libri con interventi degli autori
Letture di Gino Curcione

ore 12.30
Presentazione delle attività dell’Associazione
a cura del presidente Antonia Lezza e collaboratori

Letture di Alfredo Giraldi e Daniele Mattera tratte da Lo cunto de li cunti di G. B. Basile

ore 13.40
Lunch

ore 15.30
A pazze e a piccerille Ddio ll’aiuta
Letture di Tonino Taiuti e Lello Giulivo

ore 16.30
Maurizio Zanardi
Cultura e pensieroRiflessioni

ore 17.00
Pausa caffè

ore 17.30
Cristina Donadio in
Frammenti da Da questo tempo e da questo luogo… 25 rose dopo

ore 18.00
Serata con Enzo Moscato da Toledo suite
Alla chitarra il Maestro Claudio Romano

Borgo dei Dragoni, via Dragoni
frazione di Casamostra, Teano (CE)

www.borgodeidragoni.it

Recensione dello spettacolo

Teatro d’appartamento con vista su un giardino senza casa

L’Associazione “Centro Studi sul Teatro Napoletano, Meridionale ed Europeo”, nel portare avanti il progetto Teatro d’Appartamento, realizza l’incontro annuale a Teano per il Sabato Teatrale a “Borgo dei Dragoni”, presso la residenza privata di Bice e Renato Bellitti. Come il teatro d’appartamento vuole, si è accolti in una prestigiosa residenza che con i suoi spazi e la sua vegetazione diviene luogo della cultura, con un fitto programma che prevede l’intervento di autori, critici, protagonisti teatrali e letterari del panorama italiano.  

La prima scena dell’evento è ambientata in esterni, in un “giardino senza casa” che cinge il borgo non recintato e si protende nel parco collinare: qui l’ouverture all’interno di un primo levigato prato verde, con contributi e riflessioni su personaggi e temi della letteratura introdotti dal Presidente,  Antonia Lezza.

Poi ci spostiamo nel borgo e dal pergolato di viti, come da un prezioso boccale, scorre la prima citazione della storica dell’arte, Luisa Ambrosio, che introduce il volume Un museo… tutto da bere. Arte e vino sulla letteratura del vino – curato con Maia Confalone e Patrizia Piscitello –. La seconda citazione fluisce come inchiostro di china, sulle pagine degli epistolari delle donne/capocomico dell’arte emancipatesi nel loro status seicentesco, approfondito dalla studiosa Mariagiovanna Grifi nel saggio La  Commediadell’Arte a corte: le compagnie ducali farnesiane al tempo di Odoardo e Ranuccio farnese. La scena prosegue nell’innesto di arbusti della cultura teatrale meridionale, intrisa dell’impegno civile dell’opera di Roberto Bracco, intensamente illustrato dalla sua discendente più accorata, la scrittrice Aurelia del Vecchio, arricchito poi, con una citazione di un dramma, raramente studiato del drammaturgo napoletano, da cui è stato tratto il film Sperduti nel buio, con  Vittorio De Sica.

Segue un’altra specie vegetativa della “malerba”, e invade le coltivazioni linguistiche dell’opera
goldoniana, analizzate nel volume Oltre la Serenissima. Goldoni, Napoli e la cultura meridionale a cura di Antonia Lezza e Anna Scannapieco. Stranamente poi, la malerba riappare più tardi, in un altro momento della giornata teatrale, sottoforma «dell’erba ca resuscita lì muorti», accresciuta nel sottobosco barocco della lingua del Seicento napoletano, pasciuta ne Li Cunti da lo Cunto tratto da Basile. La udiamo, teatralizzata e raccolta per noi oggi, nella sporta del Teatro di Figura, letto dagli artisti Alfredo Giraldi e Daniele Mattera. Da una visuale del “giardino senza casa”, osserviamo un cespuglio di ginestre giallo oro, volgarmente dette “la frusta di Cristo”, nella forma quel groviglio di rami sferzanti, ricorda le fruste e i flagelli che infiammarono l’agonia e la Passione di Cristo. Questa immagine sembra introdurre il tema della Trilogia Cristologica di Padre Stefano Tuccio, revisionata nella cura del volume redatto dalla studiosa del teatro gesuitico Mirella Saulini.

Cespi di bouganville, dal colore accesosporgenti dietro un gazebo nel cortile, scolpiticome le maschere del Pulcinella/Giulivo, offrono la lettura drammaticamente colorita del testo eduardiano, lettura inedita, che Lello Giulivo ci regala del Figlio di Pulcinella, integrata da brani tratti dalla biografia in versi di Filippo Cammarano. A seguire, ci lasciamo entusiasmare dall’effetto dei fuochi di artificio, prodotti dalla vocalità similarmente avanguardistica e piedigrottesca di Tonino Taiuti. Siamo ancora nel pieno del nostro Sabato Teatrale e la natura annuisce ancora per noi …da questo tempo e da questo luogo… 25 rose dopo…, rose bianche, gialle o rosse, coltivate in grandi vasi di terracotta, che abbelliscono lo spazio che ospita la tavola, dopo il caffè di benvenuto, ci avvolgono con il loro profumo neutro, preannunciando prima ancora dell’imbrunire, il sogno nostalgico, narrato dalla voce dell’autrice e attrice Cristina Donadio, che evoca – nel testo tratto dal lavoro teatrale in ricordo di Annibale Ruccello e di Stefano Tosi, a venticinque anni dalla loro scomparsa, tra le altre femmine rucellanee, una Jennifer adamantina sulle note di un brano della compositrice americana Meredith Monk, un’altra femminilità la cui voce danza dove il corpo inizia a cantare.

  Nel giardino senza casa, si accenna ancora una citazione ruccellanea con  le pagine del libro Se cantar mi fai d’amore… La drammaturgia di Annibale Ruccello, scritto da Mariano D’Amora. Fa eco, prima timidamente, poi selvaticamente, di nuovo la lingua di Ruccello tra le parole
indocili della Telefonata e di Maria di Carmela ovvero piccolo delirio manicomiale, declamate da Gino Curcione. Mentre sotto l’Abies Alba che giganteggia da una prospettiva angolare sul cortile, si intona il ricordo dei Natali descritti ne Gli anni piccoli del drammaturgo Enzo Moscato.

Del resto come ricorda la storica della lingua Stefania Stefanelli, in un momento del suo intervento sul volumeLa lingua italiana e il teatro delle diversità: «quando si ama sinceramente il teatro, si sente anche il bisogno di socializzarlo», e noi diremo che la socializzazione avviene anche quando si irrigano i fili d’erba dei processi trasmissivi dei testi letterari, attraverso l’operazione della traduzione da una lingua ad un’altra, così come suggerisce il testo narrativo La leggenda del libraio assassino di Barcellona curato dalla ricercatrice Valentina Ripa.

Ora un attimo di pausa, un respiro… La pioggia ci riporta dentro, e il frantoio, sembra girare lentamente. Macina e ruota parole…  ruota e macina voci… fino a che il mosto produce un distillato di pensieri «quasi aforistici»: le riflessioni del filosofo Maurizio Zanardi – direttore della prestigiosa casa editrice Cronopio –, il quale ci ricorda che Friedrich Nietzsche affermava: «che se ci sarà un’alta cultura nell’avvenire, sarà simile ad una danza ardita», e vogliamo credere che
difficilmente l’avrà pensata senza una musica perché: «la vita senza musica è semplicemente un errore, uno strapazzo, un esilio».

Sarebbe infatti un esilio, correre nell’imbrunire a chiudere questo Sabato Teatrale a “Borgo dei Dragoni” senza l’elemento sonoro. È l’ora della Suite, della Toledo Suite. Enzo Moscato, sostenuto dalla chitarra del maestro Claudio Romano, ci regala alcuni splendidi brani tratti dall’ultimo spettacolo teatrale-musicale realizzato con il musicologo e compositore Pasquale Scialò. Il giardino ora tace, canto e musica intonano una drammaturgia sonora tra la storia di Palomma e il canto di Fuoco a mmare, poi la cadenza con la veduta contemporanea sulle note di una Romanzetta vivianea, a chiudere questo viaggio “camminando guardando il cielo”, come Moscato canta nel bis finale, in una lingua, e con parole, a noi, per la prima volta stasera… sconosciute.

Paola Guida

Rassegna stampa dell’evento:
– Lucio Esposito su PositanoNews

(http://www.positanonews.it/articoli/84511/teatro_napoletano_full_immersi…)

– Francesco Urbano su kaotikalkimia 

(http://kaotikalkimia.altervista.org/sabato-teatrale-a-borgo-dei-dragoni/)

– Emanuela Ferrauto su dramma.it 

(http://www.dramma.it/index.php?option=com_content&view=article&id=8896:s…)

Fotografie Michele Stefanile