Firenze
Programma
Sabato 31 marzo
Palazzo Strozzi, ore 15.00
Visita guidata alla mostra Americani a Firenze. Sargent e gli impressionisti del Nuovo Mondo
Teatro di Rifredi, ore 21.00
Io non so chi sei di Giancarlo Pastore, riduzione e regia di Angelo Savelli.
Videoscene di Giuseppe Ragazzini. Interpreti Gennaro Cannavacciuolo e Nicola Pecci e con la partecipazione di Simone Faucci e al pianoforte Michelangelo Giaime Gagliano.
Domenica 1 aprile
Museo Archeologico Nazionale, ore 12.00
Visita guidata alla mostra Signori di maremma. Elites etrusche fra Populonia e Vulci
Recensione dello spettacolo
L’Associazione “Centro Studi sul Teatro Napoletano, Meridionale ed Europeo” (presieduta da Antonia Lezza) ha organizzato un week-end teatrale a Firenze in occasione dell’ultima replica di Io non so chi sei, in scena al Teatro di Rifredi (http://www.toscanateatro.it/) dal 27 al 31 marzo. Lo spettacolo, tratto dall’omonima raccolta di racconti di Giancarlo Pastore (Torino, Instar Libri, 2009), è nato dall’adattamento teatrale di Angelo Savelli che ne ha curato anche la regia. La messa in scena, rimanendo fedele al testo di partenza, è arricchita dalla musica con accompagnamento al pianoforte di Michelangelo Giaime Gagliano, dalla scenografia progettata in videoscene da un esperto di videoclip come Giuseppe Ragazzini e dalle canzoni cantate dal vivo da valenti interpreti del teatro musicale quali Gennaro Cannavacciuolo, Nicola Pecci, Simone Faucci. Questa originale rielaborazione dell’opera di Pastore ha avuto un entusiasmante successo di pubblico. Sia la raccolta di racconti che la rappresentazione hanno preso in prestito il titolo dalle parole della canzone di Mina Insieme: «Io non ti conosco, io non so chi sei […] eppure adesso siamo insieme». Questa apparente contrapposizione è in realtà il leitmotiv di ogni rapporto di coppia:analizzato da psicologi, descritto da artisti e poeti, l’amore continua a essere un sentimento imperscrutabile anche per chi lo vive. In modi diversi, nel libro come sulla scena, si esplora il variegato universo dell’amore, indagando sulle sue multiformi sfaccettature. Per il teatro, tre dei nove racconti che compongono il volume dal titolo musicale sono diventati il soggetto di uno spettacolo in cui la musica è un plusvalore che si armonizza perfettamente con lo spirito del testo e lo completa. Il talento degli interpreti ha creato momenti di ilarità, ma anche di emozione e riflessione in un mix di notevole valore artistico, cui il pubblico ha risposto con grande entusiasmo. Il primo racconto è intitolato Finocchi. La situazione buffa, a tratti paradossale, parla di un incontro fortuito tra un distinto signore e il suo fioraio, sfociato in un amore. L’argomento si presta a molti doppi sensi, frizzi e boutade anche perché il fioraio è balbuziente, come ricorda il suo ex in un diario parlato e cantato. Ragion per cui, durante la loro relazione, i due per comunicare adottavano il noto slogan “ditelo con un fiore”. L’inizio della storia d’amore è commentato in musica da una nostalgica Grazie dei fiori, poi, quando il rapporto diventa più intimo, si canta Che bella pansé, e, infine, restando rigorosamente in tema, dal giardino si passa all’orto nel momento della rottura. In questo quadro, si esibiscono Gennaro Cannavacciuolo, nei panni del narratore “piantato”, come sempre brillante nell’interpretazione arguta e originale, il bravo Simone Faucci nel ruolo del giardiniere “incompreso”. La seconda scena si fonda su un infuocato litigio in auto fra i personaggi, validamente impersonati da Nicola Pecci e Simone Faucci che vivono il loro rapporto da due ottiche diametralmente opposte. Colorito e salace il linguaggio dell’uno; dolce e malinconico l’atteggiamento dell’altro. La storia si conclude sulle vibranti note della melodia di Umberto Bindi Il mio mondo, interpretata dal bravo Nicola Pecci. Infine, l’ultimo episodio in cui un giovane, afflitto dalle sue pene d’amore, cerca conforto nel frivolo salottino della trans Annamaria. Quest’ultima, con studiata follia, si esprime solo attraverso i versi delle canzoni di Mina e, usandoli come infallibile vademecum, aiuta il giovane con saggezza e realismo. Nel ruolo di Annamaria Cannavacciuolo che talvolta ricorda Jennifer di Ruccello. Cannavacciuolo è insuperabile, confermando le sue eccellenti doti di attore, cantante, ballerino. Nonostante la tematica si sarebbe potuta prestare a goffaggini, non si cade mai nella volgarità e nella banalità. Si tratta di un lavoro originale che, con sapiente ironia, propone tre scene in cui la drammaticità delle situazioni si mescola al comico così come spesso avviene nella quotidianità.
Margherita De Falco